Il Vangelo di Matteo, questa domenica, ci comunica un ammonimento di Gesù, diretto ancor più
che ai farisei dei suoi tempi, al fariseismo dilagante nella nostra società. Per LUI mille anni sono
come un sol giorno. "Far vedere" "mostrarsi" attualmente è il disvalore imperante, nei rapporti
umani, purtroppo anche in quelli fra cristiani impegnati. Non si dà più importanza alla
testimonianza autentica. -"Sono, mi comporto", "scelgo di vivere secondo il Vangelo", quanto
piuttosto, "mi rivelo" agli altri come dovrei essere anche se invece la mia esistenza contraddice la
Parola di Gesù. Il tragico è che, però, pretendiamo dagli altri l'autenticità valoriale, di cui noi non
siamo capaci; non solo, ma li carichiamo di giudizi pesantissimi, tali che molti degli "accusati", se
fragili, non riescono a portare. Non dimentichiamo che Gesù rimproverando aspramente il
fariseismo dei suoi contemporanei, parlava anche per noi. A LUI infatti è manifesto il nostro cuore,
sgombero dei nostri infingimenti. La nostra salvezza, ricordiamolo, è legata alle ragioni intime per
cui operiamo le scelte quotidiane, personali e sociali. Modello unico dell'uomo di tutti i tempi è lo
stesso Signore, l'Umile per eccellenza, il Servo di tutti. LUI solo il Vangelo ci invita a seguire se
vogliamo vivere eternamente felici.