Il Vangelo di questa domenica ribalta completamente la premiata attestazione di Pietro, il quale, forse troppo baldanzoso per il primato che gli ha attribuito il Signore, si permette di farsi suo consigliere: "Non sia mai, Maestro, Tu vada a soffrire e a
morire! Questo non ti accadrà mai!"
Da tale posizione dell'apostolo Gesù prende le distanze apertamente: Pietro, lo ignora, ma si sta facendo annunciatore della volontà diabolica, che si oppone alla Redenzione del Figlio di Dio sulla Croce. Il Messia è venuto, tra noi, mandato dal Padre, per
offrire la Sua vita per la salvezza dell'umanità decaduta, per la colpa di Adamo. Il posto di ogni discepolo è alla sequela, dietro il Maestro, che va a dare Sé stesso per noi, come noi siamo chiamati a seguirLo, nel dono delle nostre persone per i fratelli.
È questa la sola scelta che possa seguire il Cristiano, se vuole salvarsi per l'Eternità.
D'altronde, domandiamoci "A che cosa serve guadagnarsi tutto il mondo, se, dopo il breve tempo di una vita terrena, siamo destinati ad un'eternità infernale?"
Il ritorno di Gesù fra noi sarà come il rientro improvviso del padrone di casa partito per un viaggio: noi non ne conosciamo né l'ora né il giorno! Beati noi se saremo tra quanti, Egli troverà fedeli, al loro lavoro.