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Il Liceo Siciliani di Lecce sperimenta nuovi percorsi formativi con la comunicazione

Data: 20/04/2010 - Ora: 08:51
Categoria: Cultura

Il Liceo Siciliani di Lecce sperimenta nuovi percorsi formativi con...

L’evento, pertanto, si inserisce nel ciclo di incontri previsti dal Concorso denominato "La Legalità nel Quotidiano",

Rientra nel quadro del progetto didattico "Il Quotidiano in classe" il meeting formativo che si è svolto nei giorni scorsi, nell'Aula Magna del Liceo Pietro Siciliani di Lecce. Per promuovere l'iniziativa si è attivato l'Osservatorio Permanente Giovani-Editori di Firenze, impegnato in azioni di partenariato con la Fondazione Banca Nazionale delle Comunicazioni, che persegue l'obiettivo di diffondere, nelle aree meridionali, la cultura della legalità. In collaborazione col CENSIS, lo stesso organismo sperimenta studi, ricerche e progetti pilota orientati a consolidare il significato della liceità, quale fattore primario per lo sviluppo equilibrato del Mezzogiorno e dell'intero Paese.

L'evento, pertanto, si inserisce nel ciclo di incontri previsti dal Concorso denominato "La Legalità nel Quotidiano", che ascrive la presenza di vari professionisti accomunati dalla volontà di promuovere proposte educative itineranti, sperimentate in sinergia con le realtà territoriali, nell'ambito della società civile. Protagonisti dell'iniziativa sono stati gli studenti e le studentesse frequentanti i tre indirizzi di studio del "Siciliani", coordinati dal Dirigente Scolastico – prof. Carlo NESTOLA – e dalle docenti di Materie Letterarie e Diritto.

Il focus ha offerto piste di riflessione concernenti l'educazione alla legalità, spendibili nelle fasi della suddetta procedura concorsuale, col coinvolgimento di altre scuole viciniori. Il programma dei lavori ha seguito la formula dell'incontro-dibattito, con un relatore d'eccezione: per l'occasione, infatti, è intervenuto il giornalista Marco Nese, inviato del Corriere della Sera ed esperto in tematiche interculturali, della criminalità organizzata e del terrorismo.

Per cogliere l'identità progettuale e la ricaduta educativa della proposta, il prof. Paolo Palomba ha intervistato la professoressa Maria Rita Insinga (referente progettuale) ed il giornalista Marco Nese. D.- Professoressa Maria Rita Insinga, il progetto "Il Quotidiano in Classe" porta nelle scuole superiori alcuni tra i più grandi giornali italiani. Come si concretizza questa forma moderna di educazione nelle aule del Liceo Siciliani di Lecce?

R.– Oggi, ancor più di ieri, considero fondamentale la lettura del quotidiano per lo sviluppo del processo formativo dei giovani; a ciò contribuisce già da alcuni anni la distribuzione giornaliera del "Corriere della Sera" in molte aule del nostro istituto. Gli alunni sistematicamente vengono informati sui fatti del giorno, ma non si limitano alla semplice lettura, in genere le notizie vengono seguite nel loro percorso anche nei giorni successivi, vengono conservati articoli e trafiletti spesso riutilizzati per lavori di approfondimento, ricerca e dibattiti in aula, nonché verifiche scritte ed orali su problemi di attualità. Gli studenti mostrano gradire molto questo tipo di attività e ciò è, a mio parere, segno di crescita civile, sociale e di educazione all'informazione.

D.-Dottor Marco Nese, quali sono, a Suo avviso, i punti di forza che le istituzioni scolastiche possono implementare nelle giovani generazioni, attraverso la promozione della lettura critica di più quotidiani?

R.-I giornali raccontano la realtà. Leggerli aiuta a capire il mondo in cui viviamo e in cui dobbiamo agire. Per i giovani che si preparano a diventare gli animatori della società del domani è essenziale entrare mentalmente nei meccanismi che regolano i rapporti umani. E la lettura dei giornali è molto istruttiva. Naturalmente i giornali rispecchiano le idee, i valori, le convinzioni degli uomini che li fanno. Perciò può succedere che presentino un fatto in modo diverso l'uno dall'altro, oppure che esprimano opinioni fra loro opposte. Non è un male. Anzi, è una ricchezza. E mettere a confronto le varie posizioni, valutarle, ragionare su chi ha torto e chi ha ragione, è un modo per aprire la mente degli studenti, abituarli a non accettare mai passivamente ciò che dicono gli altri. I dogmi, il famoso ipse dixit, impediscono il pensiero e il ragionamento. Invece il confronto delle idee è il modo giusto per educare i giovani a essere rispettosi gli uni degli altri e liberi nel giudicare.

Autore: Paolo Palomba Responsabile Comunicazione Istituzio

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