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Grande fervore nel capoluogo salentino per la presentazione della Gran Selezione Chianti Classico

Data: 29/12/2014 - Ora: 10:56
Categoria: Lifestyle

gallo nero

Il seminario, organizzato da AIS Lecce, si è tenuto il 18 dicembre a Lecce.

Secondo appuntamento per il seminario sul Chianti Classico, coordinato dall’Associazione Italiana Sommelier di Lecce, che ha avuto luogo il 18 dicembre presso l’Hotel Tiziano. L’evento che ha visto la partecipazione di due importanti esponenti dell’enologia italiana, il Vice Segretario del Consorzio Chianti Classico Michele Cassano e il Delegato AIS Firenze Massimo Castellani, ha riunito un’emozionata platea di fronte alle nove creazioni che portano ancora più in alto la Gran Selezione. Una scelta in controtendenza rispetto a quello che avviene nel mondo, una scelta che riconferma la forza del Gallo Nero, l’originalità e la "firma" di un vitigno, l’identità di un marchio riconosciuto a livello internazionale.

Dott. Cassano, come nasce l'idea del seminario Chianti Classico?
È nata grazie a Massimo Castellani che nella veste di "ambasciatore del Chianti", ha voluto fortemente organizzare dei seminari per raccontare uno straordinario vitigno, il Sangiovese. D’altro canto, il Consorzio Chianti Classico ha accettato con grande entusiasmo questa iniziativa che rappresenta un legame indissolubile con l’AIS e un importante strumento di promozione del nostro vino.
In aree in cui esiste un’elevata notorietà come marchio, persiste tuttavia una conoscenza poco diffusa del prodotto, come avviene ad esempio nel Sud Italia. Già dal primo incontro nel maggio scorso, incentrato sull’annata e sulla Riserva, il progetto di un simposio dedicato al Gallo Nero ha trovato una cornice ideale nella città di Lecce anche per merito del Dott. Amedeo Pasquino, amico e Delegato della sezione AIS della capitale barocca.

Il 1924 segna l'inizio di un'avventura. Cosa rappresenta oggi il Consorzio Chianti Classico?
Il Consorzio è un'istituzione. Un’istituzione che va al di là della semplice associazione di viticoltori, è un Consorzio che di fatto raggruppa circa 600 produttori. È anche un punto di riferimento giuridico, amministrativo, un organo di promozione, tutela e vigilanza ed è soprattutto, a livello economico, un modello enologico indiscutibile. In via ufficiale la denominazione per il Chianti Classico è stata ottenuta nel 1932 e in questi 80 anni il Consorzio ha accompagnato una crescita esponenziale, assumendo un ruolo rilevante nel mercato internazionale.

E allora, quale futuro attende il Gallo Nero?
È difficile dirlo. Il problema è che non esistono posizioni consolidate; tutto quello che si è fatto, vale fino ad oggi. Naturalmente, essendo un organismo complesso in cui partecipa ogni socio, il Consorzio deve continuamente valutare le strategie future. La Gran Selezione, proposta in occasione di questa degustazione, è infatti sia una risposta per il futuro che parte di una strategia mirata.


Alla luce delle continue scoperte sulla contraffazione dei prodotti italiani, quali politiche di tutela adotta il Consorzio nei confronti del mercato estero?
Parlandone in termini di cifre, ogni anno investiamo 250 mila euro solo per la tutela legale. Possediamo registrazioni del marchio nella maggior parte del mondo e assumiamo posizioni legali quando abbiamo notizia di un utilizzo improprio del Gallo Nero. Tuttavia non è sempre possibile attuare opposizioni di carattere giuridico. D’altronde, ci adoperiamo affinché la registrazione di altri marchi non si sovrapponga al nostro, cioè normalmente facciamo opposizioni e normalmente le vinciamo. Tutti i nostri sforzi, però, non rendono il marchio immune ad attacchi futuri, per questo motivo tuteliamo i nostri prodotti, investendo in modo costante.


Quando un Chianti Classico entra a far parte della Gran Selezione?
Deve essere dotato di determinate caratteristiche: innanzitutto, l’uva utilizzata nel processo di vinificazione è coltivata in vigneti selezionati allo scopo; il prodotto ottenuto non può essere mescolato con un altro acquistato al di fuori delle zone del Chianti Classico al fine di garantirne l’unicità. Quanto all’invecchiamento, anziché 24 mesi come accade per la Riserva, esso ha una durata di almeno 30 mesi sicché le proprietà organolettiche, stabilite dal disciplinare, siano superiori rispetto alla media del prodotto.


Dott. Castellani, come descriverebbe in una parola il Sangiovese?
Direi eleganza, un’eleganza modulata attraverso la freschezza, un’eleganza legata alla tradizione, poiché il Sangiovese rappresenta fortemente un vitigno di tradizione italiana proprio per il fatto di essere un fedele narratore del territorio. I terreni argillosi e calcarei della Toscana centrale donano dinamicità, sapidità e tannini riconoscibili, se pur controllati, consentendo a questa singolare uva di esprimersi al meglio nel processo di vinificazione. D’altronde anche i profumi del Sangiovese ricordano note aromatiche particolari: all’approccio fruttato e floreale si aggiungono sentori di terra, di carne, di iuta, di china, di tabacco. Da qui la versatilità di questo vino, fresco quando è giovane, austero in determinate zone, longevo quando lo si rispetta appieno.


Ci racconta la leggenda del Gallo Nero?
La leggenda si rifà proprio al Chianti, un territorio di confine condiviso, combattuto e sempre ambito dalle due grandi Repubbliche, fiorentina e senese, avvinte in un’accesa rivalità, quel clangor che richiama il fragore di spade e il suono di trombe in battaglia. Per porre fine alle ostilità si dispose nel piccolo borgo di Fonterutoli una gara tra due cavalieri pronti a partire dalle rispettive città al canto di un gallo, nero per i fiorentini e bianco per i senesi. Il gallo nero, tenuto al buio e a digiuno, cantò durante la notte, accordando al cavaliere fiorentino un vantaggio sul cavaliere senese, al cui gallo ben accudito era stato dato invece "un buon pasto". La competizione si risolse con la presa di Siena da parte di Firenze, testimoniata da un pannello dipinto da Giorgio Vasari sul soffitto del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio su ordine del primo Granduca di Toscana, Cosimo I.


Quale significato ha l’aggettivo "Classico" per il Chianti?
Quando parliamo del Chianti, narrato attraverso il simbolo del Gallo Nero, parliamo del Chianti Classico. Nella denominazione enologica italiana la menzione "Classico" è riservata ai vini della zona originaria più antica e il territorio chiantigiano rientra a pieno diritto nella normativa. Già nel settembre del 1716 Cosimo III, penultimo Granduca di Toscana, emanò un editto in virtù del quale furono definite quattro regioni vinicole e la prima nominata è proprio quella del Chianti. Il proclama recita: "Per il Chianti è stato determinato e sia. Dallo Spedaluzzo fino a Greve; di lì a Panzano con tutta la Podesteria di Radda, che contiene tre terzi, Radda, Gajole e Castellina, arrivando fino al confine dello stato di Siena…". Ebbene, questo significa che il Chianti Classico rappresenta la prima denominazione al mondo e questo rappresenta un grande privilegio che solamente noi toscani, noi italiani possiamo raccontare.

Autore: Annamaria Todaro

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