Il Vangelo trova accoglienza immediata solo tra i poveri di spirito, che una vana ricchezza di
argomentazioni e di cose non confonde. Gesù Cristo non si presenta a noi come "individuo",
ma come Figlio di un Padre che ama e di cui si pone al servizio, fino a morire in Croce, per
salvare noi. E’ questa la ragione per cui Matteo oggi, all'inizio del Suo Vangelo, riferisce il
ringraziamento del Signore al suo Abbà per quanti, ancora oggi fra noi, umili e semplici,
accoglieranno la Sua Parola e quindi la rivelazione dell'unità tra LUI, Gesù Cristo, e il Padre
Suo. Tale fede vive nel cuore umano, libero da superbia, al quale Dio stesso si rivela. Né
resta sterile questa coabitazione offerta al credente; che si trova a godere di una concreta
fecondità. La vita cristiana trova nella trinità divina (Padre-Figlio e Santo Spirito) fortezza,
comunione, capacità di autentica conversione. Gesù Cristo offre alla nostra vita ristoro: egli
non ha pretese, essendo umile di cuore .Così, da LUI, dobbiamo imparare ad essere, nelle
nostre relazioni. Il vincolo che il discepolo contrae con Dio non stanca perché, in chi accetta
di farsi abitare da LUI, il Signore genera tenerezza, così come anche la divina presenza e
lieve, nella umana percezione.