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La Pentecoste. "Un cuore a cuore", che ci guarisce dall'egocentrismo

Data: 03/06/2022 - Ora: 10:26
Categoria: Cultura

preghiera

La Pentecoste che celebriamo, questa domenica è, di fatto, la "confermazione" della nostra
salvezza, operata da Gesù, nella Sua Pasqua

Se abbiamo capito che il Paradiso non è un luogo, ma è "vivere in Dio", alla Sua presenza, in "un cuore a
cuore ", che ci guarisce dall'egocentrismo ("non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me") e
dall’edonismo ("mia sola gioia è il Signore") non ci meraviglierà l'umiliazione voluta dal Figlio di Dio, che
viene sulla terra come uomo-Dio e vi rimane; da Risorto, invisibile, quindi ci santifica nel Suo Spirito, Dono
del Padre. La Pentecoste che celebriamo, questa domenica è, di fatto, la "confermazione" della nostra
salvezza, operata da Gesù, nella Sua Pasqua, che il Consolatore (= Spirito Paraclito) renderà, nei suoi effetti, universale e straripante.

Se, a Betlemme, il Verbo nasce nel nascondimento, nella povertà, e già
perseguitato da Erode, il Paraclito invece scende su Maria e sui discepoli, riuniti in preghiera, "nella stanza
superiore" (rispetto a quella della Cena Ultima del Signore con i suoi) con segni potenti: vento impetuoso,
fiamme di fuoco, che poi si suddivide in fiammelle... sul capo degli astanti. Dopodiché tutto cambia in quei
poveri uomini, traditori del Maestro, rinserrati nel cenacolo, per timore dei giudei, ignoranti più di noi...
Subito cominciano ad annunciare, in varie lingue, apertamente, il Vangelo di Gesù, battezzano migliaia di
persone, convertite, dallo Spirito, loro tramite, alla Parola di Dio. Né resteranno più insieme; si
divideranno, infatti a causa delle persecuzioni, e andranno in tutto il mondo a testimoniare Gesù e la bella
novella, che convalideranno col loro martirio: tanto intrepido era diventato il loro cuore! Pensiamo, per un
momento solo, al fuoco dello Spirito di Gesù, che ogni giorno, nella preghiera, nell'Eucaristia e nella Carità
fraterna, torna a trasformarci, se Glielo permettiamo; comprenderemo meglio che il Nazareno è vissuto
con noi sulla terra come uomo-Dio; che da Risorto, è rimasto nel profondo di ciascuno di noi, per aiutarci a
liberarci del peso della nostra "mondanità", e a portarci infine, col Suo Spirito, a vivere eternamente
nell’Abbà, Padre di Gesù e "nostro", Paradiso promesso.

Autore: Mariagrazia Camassa

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